I sette pilastri dell'arte di oggi by Flavio Caroli

autore:Flavio Caroli [Caroli, Flavio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-04-23T12:00:00+00:00

JOSEPH BEUYS, Olivestone, 1984.

È certo che se l’arte del XX secolo ha avuto ambizioni totalizzanti, e ha inteso farsi, anche illusoriamente, padrona del mondo, nessuno – dopo Beuys – ha saputo protendere gli artigli della creatività tanto lontano e tanto in profondità, se non – guarda caso – un allievo di Beuys stesso, il già citato Anselm Kiefer.

Non è detto che l’arte moderna sia solo quello cui pensava Beuys. Ma in questo senso, accidenti a lui, il mio amico australiano aveva tutte le ragioni del mondo.

L’ESPLORATRICE: E gli italiani dell’Arte Povera, allora?

IL PROFESSORE: Il primo è Michelangelo Pistoletto, per il ruolo che ha avuto, fin dai primi anni Sessanta, nella creazione del mondo di idee che avrebbe portato all’Arte Povera. La sua opera più celebre ed esemplare – gli Specchi – esplora la possibilità di attirare gli spettatori all’interno dell’opera stessa. A titolo di esempio, ricordo una mostra in cui una struttura classica, depositata su un periclitante pendolo marmoreo, occupava un’intera sala: l’eternità, la serenità, la bellezza vacillavano, eppure sussistevano in equilibrio precario ma durevole. Poi, una porta inclinata con la stessa angolazione del pendolo, coronata da decaduti elementi archeologici. Ma la porta in realtà era uno specchio, in cui si vedeva, eretta e normale, la nostra immagine. Eravamo noi quelli che riportavano un elemento di «normalità», in tanto delirio tellurico e mentale. Ed era Pistoletto il demiurgo che riportava, in tale liquidità manieristica, una solennità, una fermezza, appunto «michelangiolesche».

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